L’ACQUA E’ MUSICA

  “…Sciacqua, sciaborda,
scroscia, schiocca,
schianta,
romba, ride, canta,
accorda, discorda. “

(L’onda di G. D’Annunzio)

La vita sonora dell’essere umano comincia, prima ancora della nascita, in un ambiente liquido (il liquido amniotico) che funge da “barriera” e filtra i suoni provenienti dal mondo esterno.

A partire dalla 24a settimana di vita, il feto è già “in ascolto” di rumori e suoni nel suo ambiente liquido. Immerso nel liquido amniotico, questo piccolo essere è guidato dal desiderio di comunicare con la voce della madre, per mantenere questa connessione ininterrotta e stabilire un rapporto uditivo con lei.
Il bambino nuota in questo universo acquatico di suoni e rumori interni, punteggiato occasionalmente dalla musica della voce di sua madre.
L’orecchio riceve le frequenze dei suoni attraverso il suo ambiente amniotico e i rumori e i suoni esterni sono sentiti indirettamente. Il feto vive letteralmente ciò che sente: tutto quello che conosce è appreso attraverso questo mondo liquido.
I primi suoni percepiti sono: il rumore ritmico del battito cardiaco e del respiro materno. Si tratta di suoni simili a quelli uditi sott’acqua dal subacqueo. Durante la gravidanza quindi, i suoni vengono filtrati attraverso il liquido amniotico e si verificano modificazioni nelle vibrazioni sonore. Il corpo della madre è elemento essenziale nella trasmissione del suono tra il mondo esterno e il nascituro. I suoni esterni, come le voci del padre e dei fratelli, sono percepiti in forma attenuata. Il liquido amniotico deforma meno la voce materna mantenendone intonazione e ritmo e questo forse spiega perché il feto ha una predilezione per le voci delle donne, specialmente se cantano.

Voci e brani musicali possono infatti essere ascoltati dal bambino a partire dal terzo trimestre di vita intrauterina. L’attività mentale del feto è quindi centrata sull’ascolto. In questo modo egli riconosce i sentimenti della madre, empatizzando con lei attraverso i suoi suoni e imparando a capire la sua vita affettiva ed emotiva. Per il feto si tratta d’una esperienza profonda e globale, che aiuta ad allenare e sviluppare la sua mente.

A partire da questa esperienza prenatale, il rapporto fra acqua, suoni e quindi musica rimarrà sempre strettissimo per l’essere umano.

Fra musica e acqua esistono vari tipi di relazione:

  • La prima è una relazione molto concreta in cui l’acqua è presente nell’atto di produzione musicale. Nel panorama contemporaneo possiamo prendere ad esempio la Water music (1952) di John Cage che prevedeva l’uso di un pianoforte e di alcuni recipienti pieni d’acqua, oppure “la musica subacquea” di Michel Redolfi, destinata ad essere ascoltata e prodotta sott’acqua. Gli strumenti musicali che suonano grazie all’elemento fluido però, hanno origini molto lontane nel tempo e il primo strumento fu ideato nel 245 a.C. dal filosofo greco Ctesibio. Era un organo che usando un complesso sistema di pressioni e sfruttando il sistema dei vasi comunicanti generava, attraverso il fluire dell’acqua, la spinta dell’aria che  transitando nelle canne produceva il suono (Video 5.25: Fontana dei giardini del Quirinale). Infine dobbiamo citare l’organo marino di Zara dove a produrre i suoni è l’acqua del mare.
  • La seconda è invece una relazione in cui l’acqua non è coinvolta direttamente nella produzione del suono ma viene evocata attraverso l’uso di strumenti musicali tradizionali con intento descrittivo o simbolico. Nell’antichità l’importanza e il legame tra musica e acqua era già chiaro a coloro che per propiziarsi quest’ultima, madre da cui tutto nasce, le dedicavano danze e brani musicali; appare subito evidente che l’acqua è quell’elemento che da sempre ha spinto musicisti sensibili a esprimere le sue suggestioni attraverso le note di un pentagramma. Alcuni fra i musicisti più significativi sono: Bradich Smetana che ha scritto nell’Ottocento “La Moldava” in cui la musica descrive lo scorrere del fiume e ricrea le immagini e i suoni che incontra durante il suo viaggio verso il mare; Antonio Vivaldi che ha musicato la tempesta  nel concerto “L’Estate” tratto da “Le Quattro Stagioni”;  e infine il musicista che, secondo me, è il più legato all’acqua Claude Debussy che ha scritto molte composizioni legate all’immaginario acquatico come “La Mer”, “Ondine” e “Dialogue du vent et de la mer”.
  • Infine c’è la terza relazione che è la più antica e forte che esista, non necessita di strumenti per essere spiegata o immaginata e riguarda il rumore dell’acqua.      L’acqua stessa infatti produce suoni: suoni delicati, suoni violenti, suoni misteriosi, suoni inquietanti ma sicuramente affascinanti al punto tale da aver, come sopra detto, ispirato strumenti musicali e composizioni. Senza dubbio si può affermare che questa frequenza di suono può avere un effetto antidolorifico e rilassante piuttosto efficace e perciò rappresenta il sottofondo ideale per ottenere riposo e benessere psico-fisico. In tale situazione il corpo, oltre a fantasticare, si riposa, si ripara, elimina tossine e tensioni, il sistema immunitario si rinforza, le emozioni si placano e la mente inizia a produrre onde alfa e onde theta che sono estremamente benefiche all’organismo.

QUANDO LA MUSICA DIVENTA UN INCREDIBILE  MEZZO PER COMUNICARE