4-IL RINASCIMENTO 1400-1500

IL RINASCIMENTO

IL CONTESTO

Il Quattrocento segna la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età moderna (collocata tradizionalmente nel 1492 anno in cui Cristoforo Colombo scopre l’America).

Mentre in Europa si fronteggiano grandi e potenti monarchie nazionali, l’Italia è frammentata in molte signorie, spesso in competizione l’una con l’altra. Il limitato orizzonte in cui si era sviluppata la vita europea nel Medioevo conosce un rapido ampliamento, dovuto alla scoperta di nuove terre, fonti di nuove opportunità economiche e commerciali.

Al centro di questa trasformazione sono soprattutto le città, dove si forma un’economia florida, governata da una classe dirigente composta da abili commercianti, imprenditori e banchieri.

L’Italia vive un periodo di grande splendore artistico. La cultura del Quattrocento e del Cinquecento, che noi oggi definiamo Rinascimento, si sviluppa essenzialmente nelle corti dei signori, che offrono protezione ad artisti e letterati. Gli studiosi ricominciano a occuparsi dei testi degli autori antichi (greci e romani), considerati maestri di vita. L’uomo acquista fiducia nelle sue potenzialità e si sente collocato da Dio al centro dell’Universo. I modelli classici e la nuova attenzione per l’uomo portano alla riscoperta di valori terreni come la bellezza, la gloria, l’amore per la vita, il potere. Il rinnovato interesse per l’uomo si manifesta anche nello sviluppo della scienza, che crea un sapere fondato su basi razionali. Grande impulso alla cultura viene dato all’invenzione della stampa, che rende possibile l’edizione di libri in serie. Con la stampa il sapere cessa di essere patrimonio di pochi e comincia a diffondersi. Insieme alle arti visive, la musica riveste un ruolo di primo piano nella vita quotidiana, sia nelle cerimonie religiose, sia nelle feste di corte. Nel Quattrocento la ricca e potente regione delle Fiandre (corrispondente agli attuali Belgio, Paesi Bassi e Francia del Nord) rappresenta il centro musicale più importante d’Europa. Nel Cinquecento il primato in campo musicale è invece dell’Italia.

LA MUSICA IN CHIESA E A CORTE

La chiesa continua a svolgere un ruolo di primaria importanza nella vita sociale. Cattedrali e chiese sono decorate con sempre maggior ricchezza. Per la messa si utilizzano canti complessi e raffinati, composti da grandi maestri di musica polifonica. Nelle basiliche e nelle chiese più importanti si formano istituzioni stabili di musicisti: le cappelle musicali. Il maestro di cappella insegna la musica ai ragazzi del coro e li dirige durante le esecuzioni che accompagnano le funzioni religiose e compone nuova musica sacra. Ma la chiesa non è più, come nel Medioevo, la sola depositaria della cultura e destinataria della produzione artistica. Re, principi e signori rinascimentali sono quasi sempre mecenati (=protettori delle arti) che fanno a gara per contendersi gli artisti più abili. Le loro corti diventano grandi centri di cultura in cui si concentrano studiosi, letterati. Scienziati, pittori e musicisti.

Attraverso le testimonianze artistiche, nobili e signori affermano il loro potere. Nel Rinascimento nasce la figura dell’artista di corte, che mette la sua arte al servizio del signore, ricevendone in cambio sostegno economico e prestigio sociale. La musica è considerata molto importante per l’educazione e il saperla apprezzare ed eseguire fa parte delle virtù di un buon cortigiano. Così spesso nobili e principi si dilettano in quest’arte.

Anche le corti più importanti e i comuni cittadini, prendendo a modello l’organizzazione della chiesa, si dotano di cappelle musicali private e pubbliche.

Inizialmente sono formate solo da cantori, ma in seguito anche da strumentisti che si occupano sia della musica sacra, sia della musica da intrattenimento.

La nascita della stampa musicale permette una maggiore diffusone dei brani e suonare diventa un’attività sempre più richiesta, nelle occasioni più diverse.

Poiché gran parte della popolazione non sa leggere, nelle città del Quattrocento-Cinquecento è facile imbattersi in banditori, che hanno il compito di declamare ad alta voce le ordinanze comunali. Questi ultimi sono spesso preceduti, per richiamare l’attenzione del pubblico, da bande musicali di pifferai (suonatori di pifferi, antichi oboi popolari), pagati dal comune. Nelle strade delle città, durante le feste popolari o in occasione di fiere e mercati, cantastorie ambulanti e giullari continuano la tradizione musicale medievale.

L’UOMO AL CENTRO DEL MONDO

La fiducia nella razionalità e nelle proprie capacità sostengono l’uomo rinascimentale, che si sente protagonista del proprio destino. Questo atteggiamento verso la vita è sentito in particolare dagli artisti che, mediante tecniche sempre più raffinate ed efficaci, riescono ad esprimere meglio le loro idee e la loro personalità. La volontà di rappresentare il mondo con realismo porta, nelle arti figurative, all’invenzione della prospettiva, che permette di dare profondità ai dipinti. Lo spazio è analizzato sulla base di regole matematiche e misurabili.

LA GIOIA DI VIVERE

Nel Rinascimento, che letteralmente significa “rinascita”, l’uomo è convinto di vivere in un’epoca nuova e migliore della precedente. L’atteggiamento dell’uomo rinascimentale è ottimistico e fiducioso nei confronti della vita. Egli crede nelle proprie capacità e vuole sperimentare con la ragione e con rigore scientifico i segreti della natura.

Si afferma una concezione dell’esistenza meno legata ai valori religiosi e si riscoprono valori terreni come la bellezza, la spensieratezza, l’amore per la vita. Gli scrittori e gli artisti trattano sempre più spesso soggetti profani e si preoccupano che le loro opere siano soprattutto comprensibili e piacevoli per l’uomo, oltre che ben accette a Dio.

Feste e cerimonie vengono celebrate con grande fasto e partecipazione popolare; famosi sono i festeggiamenti per il carnevale a Firenze durante il governo di Lorenzo il Magnifico, signore della città dal 1469 al 1492. In questo periodo, per accompagnare le splendide parate dei carri allegorici e le mascherate, si intonavano canti carnascialeschi. Nei testi si fa la caricatura dei più conosciuti personaggi popolari e si esorta a dare sfogo alla gioia, perché il tempo fugge inesorabilmente. Lo stesso Lorenzo compone diversi canti fra cui il celebre “Trionfo di Bacco” e altri li commissiona al poeta Angelo Poliziano, che lavora alla sua corte.

trionfo_bacco_tiziano

Bacco e Arianna è un dipinto a olio su tela (176,5×191 cm) di Tiziano, databile al 1520-1523 e conservato nella National Gallery di Londra

Nello stesso periodo, in Italia nascono altre forme musicali di composizioni popolari dal carattere semplice e immediato come la frottola, la canzonetta e la villotta che influenzano lo stile dei musicisti fiamminghi che lavorano in Italia.

Testo: Trionfo di Bacco  –  (spiegazione testo)

L’ETA’ DELLA POLIFONIA

Il Rinascimento è il periodo in cui i musicisti applicano in modo più scientifico la polifonia (la tecnica compositiva nata nei secoli precedenti che permette di far procedere simultaneamente voci diverse) e riescono a creare brani molto complessi, veri “edifici musicali” capaci di comunicare sensazioni senza precedenti. Si afferma il gusto per la perfezione tecnica, per le complicate architetture di suoni dovute all’intersecarsi delle voci, per la nitidezza e la bellezza del suono.

TEST: MONODICO O POLIFONICO?

La musica Sacra nel Rinascimento

La musica Profana nel Rinascimento

confronto con il MEDIOEVO MUSICALE

RIEPILOGO

VERIFICO LE MIE COMPETENZE CON IL

QUIZ N.1 – TESTO BUCATO

QUIZ N.2 – LA MUSICA NEL MEDIOEVO E NEL RINASCIMENTO