6-IL JAZZ ARRIVA IN EUROPA

IL JAZZ ARRIVA IN EUROPA

Sempre nei primi decenni del novecento, altri gruppi di musicisti neri si fermarono a New York e tra questi emerse l’orchestra di 12 elementi (big band) di un nuovo grande musicista di colore, Duke Ellington, il primo vero “compositore colto” che conosceva la musica e che scriveva prima di suonarla, pur lasciando ampi spazi alla libera improvvisazione. Dopo la prima guerra mondiale quindi il jazz si diffuse in tutti gli Stati Uniti, ma durante il periodo della crisi anche le attività musicali subirono un arresto, sia Duke Ellington con la sua big band, sia Luis Armstrong con la sua jazz band pensarono bene di recarsi in Europa, dove la loro musica si diffuse rapidamente e con grande successo.

LE NOTE TRAGICHE DEL JAZZ

LO SWING

Nel 1935 un famoso clarinettista e direttore d’orchestra bianco di New York, Benny Goodman, presentò una grande orchestra formata da musicisti bianchi e neri, la swing band, ovvero una bing band che suonava musica “facile” e ballabile per soddisfare le esigenze del pubblico americano che aveva voglia di divertirsi. L’organico strumentale di questo nuovo tipo di orchestra, presto imitato da molte altre, prevedeva circa diciotto strumenti con una prevalenza netta dei fiati (4 trombe, 4 tromboni, 5 sassofoni, un clarinetto o una chitarra, un contrabbasso o un basso tuba, un pianoforte e la batteria). Fu la prima volta che nel jazz comparve ufficialmente il termine swing; letteralmente significa “dondolio” e indica quel movimento oscillante suggerito dal ritmo e dagli accenti propri del jazz.La musica swing delle big band di Duke Ellington e di Benny Goodman ebbe un enorme successo sia in America che in Europa.

Fra il 1935 e il 1940 si assiste a un decadimento della musica jazz causata da:

  • Una rapida diffusione dei mass media (radio, televisione, industria discografica) che chiedono musica consumistica, cioè da “consumare” velocemente;
  • Una trasformazione della musica swing in musica commerciale molto ripetitiva e priva di originalità (l’era dello swing comunque durerà fino al 1945);
  • La perdita, da parte della musica jazz, del suo carattere di musica “nera” perché ormai eseguita da molti bianchi che la privano dei contenuti espressivi propri della gente di colore.

IL BEBOP

Come reazione all’uso consumistico del jazz, attorno al 1940 si fece strada un nuovo stile: il bebop (o semplicemente bop). Questo stile segna la riappropriazione della musica jazz da parte dei neri ed è il punto di partenza del jazz moderno. Le sue caratteristiche principali sono le seguenti:

  • Spariscono le big band a favore di piccoli gruppi che ricordano le jazz band di New Orleans e si ispirano all’hot jazz (jazz caldo) cioè quello vero, originale di New Orleans;
  • La musica perde il carattere di musica da ballo per tornare a essere musica da ascoltare;
  • Le melodie si fanno più aspre, difficili e poco cantabili;
  • Le armonie partono da giri armonici di melodie standard molto note variate con la tecnica dell’improvvisazione.

L’iniziatore di questo stile fu Charlie Parker, musicista di colore che ebbe una vita breve e infelice. Charlie Parker era soprannominato Bird (uccello) per la sua straordinaria abilità nel suonare il sassofono e tra le sue composizioni più originali ne troviamo una che si intitola Ornithology (Ornitologia) proprio riferita al suo soprannome.

L’HARD BOP E IL COOL JAZZ

L’hard bop ( Bop duro, difficile) e il cool jazz (jazz freddo, calmo) sono due nuovi stili del jazz strumentale che si svilupparono negli anni Cinquanta e Sessanta partendo sempre dal bebop. I musicisti più rappresentativi di queste nuove tendenze furono rispettivamente Jhon Coltrane e Miles Davis. John Coltrane, musicista e sassofonista di colore vissuto negli Stati uniti tra il 1926 e il 1967, puoi ascoltare Giant Steps (Passi da gigante), un brano del 1960, sicuramente non facile da ascoltare e da capire, ma interessante per comprendere lo stile dell’hard bop. Di Miles Davis (1926-1991), ti viene proposto l’ascolto di un esempio di cool jazz, cioè una risposta “tranquilla” alle eccessive complicazioni armoniche e melodiche dell’hard bop.

LE ULTIME TENDENZE

Nella seconda metà del Novecento il jazz è ancora prevalentemente strumentale e diventa free jazz (jazz libero) e fusion (cioè jazz contaminato da altri generi). Il free jazz nasce come reazione al cool jazz e tende a una assoluta libertà espressiva, ispirandosi all’autentica cultura afro-americana. Il genere fusion invece è una miscela musicale di varie tendenze cucite insieme: jazz e funk, jazz e rock, jazz e pop.

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