3-DON GIOVANNI

Don Giovanni (Video opera intera) (titolo originale: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, K 527) è un’opera lirica in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart, composta tra il marzo e l’ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni.

Seconda delle tre opere italiane che Mozart scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte, Don Giovanni è un’opera buffa (così la chiama Mozart nel suo catalogo), con la presenza di elementi tratti dall’opera seria.

L’opera ebbe due stesure, quella rappresentata al Teatro degli Stati di Praga il 29 ottobre 1787 che ebbe un’accoglienza strepitosa, ed una seconda stesura “rivista” per il pubblico conservatore di Vienna e rappresentata nel maggio dell’anno dopo.

Personaggi principali:

DON GIOVANNI giovane cavaliere estremamente licenzioso / baritono
DONNA ANNA dama promessa sposa di Don Ottavio / soprano
DON OTTAVIO duca / tenore
Il COMMENDATORE padre di Donn’Anna / basso
DONN’ELVIRA dama di Burgos abbandonata da Don Giovanni / soprano
LEPORELLO servo di Don Giovanni / basso
MASETTO contadino, amante di Zerlina / basso
ZERLINA contadina / soprano

Coro di contadini e contadine
Coro di servitori Coro interno
Suonatori
Servi
Ministri di giustizia

Una leggenda, che trae origini dai ricordi non sempre affidabili della moglie Konstanze, tramanda che l’ouverture del Don Giovanni venne scritta da Mozart in fretta e furia, la notte che precedeva la prova generale dello spettacolo. Benché sia ben noto che Mozart, quando scriveva, solitamente non faceva che affidare alla carta una composizione già perfettamente compiuta nella mente: la quasi totale assenza di correzioni sugli autografi sta a provarlo.

TRAMA

“Siviglia, XVI secolo”.
Atto primo 
È notte, nel giardino antistante la casa di Donna Anna. Leporello passeggia annoiato in attesa del padrone, che si è introdotto mascherato in casa di Donna Anna per farla sua (introduzione Notte e giorno faticar” 8.50 del Video). La tentata violenza però non riesce: Anna insegue il cavaliere cercando di scoprirne l’identità e viene poi soccorsa dal padre, il Commendatore, che sfida Don Giovanni a duello rimanendone mortalmente ferito. Compiuto il misfatto, Don Giovanni e Leporello fuggono. Rientra Donna Anna con un manipolo di servitori e scopre il cadavere del padre.

Assistita da Don OttavioAnna fa giurare a quest’ultimo di compiere le sue vendette (duetto “Fuggi, crudele, fuggi”). Frattanto Don Giovanni s’appresta a nuove conquiste: scorge di lontano una fanciulla tutta sola e le si avvicina, ma scopre con raccapriccio che è Donna Elvira, una nobile dama da lui sedotta e abbandonata pochi giorni prima (aria “Ah chi mi dice mai”). Ella va cercando disperata d’amore il libertino, e nello scorgerlo chiede ragione del suo comportamento: imbarazzato, Don Giovanni lascia al confuso Leporello il compito di giustificarlo, e quindi fugge.
Il servo non può far altro che spiegare a Donna Elvira la natura del suo padrone, e le dà un significativo cenno del catalogo delle sue conquiste (Madamina, il catalogo è questo” 29.09 del Video). Elvira non si dà comunque per vinta. Poco oltre, un gruppo di contadini festeggiano le nozze di Zerlina e MasettoDon Giovanni immediatamente si accinge alla seduzione della sposina, e spedisce il recalcitrante Masetto a casa sua in compagnia di Leporello (“Ho capito, signor sì”): restato solo con Zerlina, la invita a seguirlo e le promette di sposarla (Recitativo e Aria“Là ci darem la mano” 40.32 del Video). La giovane contadina sembra acconsentire quando sopraggiunge Donna Elvira, che la mette in guardia dalle arti malefiche di Don Giovanni e la porta via con sé.
Sopraggiungono poi Donna Anna e Don Ottavio, che chiedono a Don Giovanni di assisterli nella ricerca dell’empio uccisore del Commendatore. Ancora una volta, però, Donna Elvira esorta la nobile coppia a diffidare del cavaliere (quartetto “Non ti fidar, o misera”), che per contro accusa la donna di pazzia. Rimasta sola con Don Ottavio, Anna trasalisce: dalla voce ha riconosciuto in Don Giovanni l’assassino di suo padre, e spinge quindi Ottavio a far giustizia (“Or sai chi l’onore” e aria di Don Ottavio per l’edizione viennese “Dalla sua pace”).
Leporello racconta a Don Giovanni come abbia allontanato Donna Elvira e condotto con sé Zerlina alla festa che il padrone gli ha comandato d’organizzare. Compiaciuto, Don Giovanni esprime la sua volontà d’allungare in quella notte la lista delle sue conquiste (“Fin ch’han dal vino”). Nel giardino del palazzo di Don Giovanni, Zerlina cerca di far pace con Masetto (“Batti, batti bel Masetto”). Al giungere del cavaliere, Masetto si nasconde per verificare la fedeltà della moglie, ma è subito scoperto; Don Giovanni li invita allora al ballo. Dal balcone, intanto, Leporello scorge tre persone in maschera e invita anche costoro alla festa a nome del padrone. Si tratta in realtà di Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, accorsi per sorprendere il reprobo. Don Giovanni li accoglie inneggiando alla libertà, mentre iniziano le danze. Il cavaliere balla una contraddanza con Zerlina e cerca di trarla i disparte per approfittarne (1.27.34 – 1.31.31 del Video)Zerlina però urla fuori scena e tutti si precipitano in suo soccorso. Don Giovanni cerca allora di scaricare la colpa della tentata violenza su Leporello, ma le tre maschere, rivelando la propria identità lo accusano apertamente di tutti i suoi delitti e si fanno avanti per arrestarlo: il dissoluto riesce tuttavia a fuggire (finale “Presto presto, pria ch’ei venga”).

Atto secondo
Sul far della sera, in una strada vicino a casa di Donna Elvira, Leporello cerca di prendere le distanze dal padrone accusandolo d’empietà (duetto “Eh via buffone” 1.32.34 del video); Don Giovanni lo tacita con un’offerta di danaro, e impone poi al servo di scambiare con lui gli abiti, in modo da permettergli di far la corte alla cameriera di Donna Elvira, mentre Leporello, con gli abiti del cavaliere dovrà tenere occupata la dama. Elvira s’affaccia al balcone e cade nel tranello, pensando che Don Giovanni si sia ravveduto. S’allontana allora con Leporello travestito, mentre Don Giovanni si pone sotto la finestra a far la serenata al suo nuovo oggetto di desiderio (canzonetta “Deh vieni alla finestra”).

Sopraggiunge però Masetto che, in compagnia d’altri villici, dà la caccia a Don Giovanni per trucidarlo. Il cavaliere, approfittando del suo travestimento da Leporello, non si fa riconoscere e riesce abilmente a disperdere il gruppo. Rimasto solo con Masetto, lo copre di botte.
I lamenti del contadino attirano allora l’attenzione di Zerlina, che soccorre il marito (Vedrai carino” 1.50.39 del Video). Frattanto, Leporello non sa più come reggere il confronto con Donna Elvira e cerca di fuggire: in breve si trova però circondato da Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto, i quali, credendolo Don Giovanni, vorrebbero giustiziarlo (sestetto “Sola sola in buio loco”). Allora Leporello svela la propria identità e riesce a dileguarsi.
Don Ottavio comunica a tutti la sua intenzione di consegnare Don Giovanni alla giustizia, e prega gli amici di prendersi cura della sua fidanzata (“Il mio tesoro intanto”). Elvira rimane sola ed esprime l’amarezza e la confusione del suo animo, oscillante fra amore e desiderio di vendetta (aria per l’edizione di Vienna “Mi tradì quell’alma ingrata”). È ormai notte fonda, e Don Giovanni s’è rifugiato nel cimitero , dove attende Leporello (“Questa è buona” 2.15.45 del Video fino a 2.23.35). Quando quest’ultimo arriva, Don Giovanni ride sonoramente al racconto delle sue disavventure. La risata è però interrotta da una voce minacciosa: «Di rider finirai pria dell’aurora». Essa proviene dalla statua funebre del Commendatore.
Resosi conto dell’evento miracoloso, Don Giovanni non si fa intimorire, e sfida le potenze dell’al di là imponendo a Leporello, terrorizzato, d’invitare a cena la statua parlante (duetto “O statua gentilissima”): l’invito è accettato.

In casa di Donna Anna, Don Ottavio cerca di convincerla ad affrettare le nozze, ma ella lo prega d’aspettare che la vendetta su Don Giovanni sia compiuta.

Tutto è pronto per la cena nel palazzo di Don Giovanni (finale secondo “Già la mensa è preparata” 2.32.18 del Video). Il cavaliere, desinando, si fa intrattenere da un’orchestra di fiati che gli suona dei pezzi dell’opera. Irrompe Donna Elvira, e tenta disperatamente d’ottenere il pentimento di Don Giovanni, ma viene solo derisa. Nell’allontanarsi, grida terrorizzata fuori scena.

Il libertino ordina allora al servo d’andare a veder cosa è stato. Leporello grida a sua volta e rientra pallido come un morto: alla porta del palazzo c’è la statua del CommendatoreDon Giovanni intima allora d’aprire e fronteggia a testa alta lo straordinario convitato. È la statua che questa volta invita Don Giovanni a cena, e chiede la sua mano in pegno; senza lasciarsi intimorire, il cavaliere gliela porge impavido. La stretta è fatale: pur prigioniero di quella mano gelida, Don Giovanni rifiuta di pentirsi e sprofonda quindi in un abisso di fiamme infernali. Troppo tardi giungono gli altri personaggi: Leporello li informa che il Cielo ha già fatto giustizia; loro non resta che cantare la morale del dramma (2.50.10 del video).

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Il Don Giovanni è considerato uno dei massimi capolavori di Mozart, ma anche della storia della musica e della cultura occidentale in generale.

In esso vi è il riflesso di tutto il genio mozartiano che realizza un irripetibile equilibrio tra comico, particolarmente con le caratterizzazioni di Leporello e Masetto, e tragico, che si realizza nello scontro tra il mondo delle leggi morali e la titanica opposizione del protagonista, di cui la musica di Mozart ha fatto un autentico eroe.

Don Giovanni, pur essendo nobile, veste quasi il ruolo del tipico basso buffo settecentesco (vocalmente, un baritono o un basso-baritono), quasi a sottolineare l’immoralità del suo comportamento che, per così dire, lo “abbassa” di livello.
Leporello (anche lui un basso ai limiti del buffo) è invece un personaggio in bilico tra l’ironia, l’insolenza e la sottomissione nei confronti del padrone.