1-JOHN CAGE E LA MUSICA ALEATORIA

LA VITA

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John Cage nasce nel 1912 a Los Angeles, negli Stati Uniti. E’ allievo di Arnold Schonberg, le cui lezioni sono molto stimolanti sia sul piano tecnico, sia su quello creativo. Spirito rivoluzionario, Cage non ha nessun interesse per l’opera musicale in se, che cerca in ogni modo di ridefinire. A partire dagli anni Quaranta, collabora con il ballerino e coreografo Merce Cunningham,

con il quale propone performances che vanno al di là del semplice concetto di concerto, per aprirsi a una nuova relazione con le altre discipline artistiche: la danza, la poesia, la pittura.

 

IL PIANOFORTE PREPARATO

Intollerante e insofferente a ogni schema accademico, negli anni Cinquanta Cage avvia una collaborazione con il pianista David Tutor, condividendo con lui l’idea del pianoforte preparato. In sostanza, sistemano fra le corde del pianoforte degli oggetti – chiodi, viti, pezzi di carta –  che ne modificano il suono.

Del 1952 è la sua composizione 4’33’’, in cui l’esecutore si siede al pianoforte e, per l’intera durata del tempo indicato nel titolo, quattro minuti e trentatré secondi, rimane immobile: Cage sposta l’attenzione dal pianista al mondo che lo circonda, invitando il pubblico a riflettere sui suoni che, comunque, riempiono la sala per la durata del brano.

Personaggio istrionico, John Cage incontra notevoli ostacoli nella sua attività riformatrice: la portata della sua opera, gli effetti del suo pensiero musicale, che influenza in modo irreversibile l’idea stessa della composizione, sono però ancora ben presenti nel panorama musicale contemporaneo.

Muore a New York il 12 agosto 1992.

 

LO STILE – Uno stile provocatorio

Lo stile di John Cage è stato spesso definito con l’aggettivo “provocatorio”, non con un’accezione negativa, ma per sottolineare la sua capacità di stimolare una reazione. Per esempio, abbandonando ogni legame con la tradizione, per affrontare la composizione ogni volta con occhi nuovi.

La musica di Cage non ha confini ed egli afferma: “Fai musica come vuoi, con quello che vuoi”. Per lui uno strumento come il violino o le parti metalliche del telaio di un’automobile hanno la stessa dignità e il medesimo diritto di apparire sul foglio di sala di un concerto, come avviene per la sua opera First construction in metal, del 1939. Questo significa che viene superato il confine fra suono e rumore.

 

LA CASUALITA’ DELLA MUSICA ALEATORIA

Nel pensiero compositivo di Cage è forte l’influsso delle filosofie spirituali orientali, attraverso la meditazione, il silenzio, il gioco inteso come atto purificatore, essenziale anche per l’adulto, Inoltre, egli è affascinato, come uomo moderno, da uno degli elementi tipici della modernità, il concetto di casualità, che ha contribuito alla classificazione di Cage come esponente della musica aleatoria (alea in latino significa “rischio”, in riferimento al gioco dei dadi). Secondo Cage e i suoi “discepoli” infatti, i suoni di una composizione possono “scegliersi da soli”, attraverso, appunto, un lancio di dadi.

Questa e altre strategie compositive fanno parte del più ampio concetto novecentesco di “opera aperta”, libera dalla rigidità delle formule compositive accademiche e interessata ai contributi delle altre discipline artistiche.

 

LA MUSICA ALEATORIA – l’Opera si compone da sé

Il significato del termine aleatorio è “incerto”, “non prevedibile”. Non puoi sapere quale sarà il risultato lanciando due dadi: puoi scommettere su questo o quel risultato ma con un evidente fattore di rischio.

La musica aleatoria è la volontà di alcuni compositori di non volere alcuna….volontà.

In altre parole, il tentativo di lasciare che l’opera, in modo sconosciuto, si componga da sé, secondo criteri del tutto casuali.

La ricerca della novità, del superamento dei modelli che la tradizione impone, può avvenire anche attraverso scelte estreme, come quella di lasciar decidere al caso la forma che un brano può assumere. In questo modo, inoltre, il compositore elimina ogni possibile influenza soggettiva, quasi rifiutando di essere l’artefice del prodotto. I musicisti di questa corrente si rifanno alle dottrine delle filosofie orientali, il cui primo insegnamento è di abbandonare ogni pretesa di controllo e di volontà, per vivere la vita senza opprimerla con scelte, formule e decisioni. Inoltre, la musica aleatoria propone scambi con altre discipline artistiche, come la pittura, anche eseguita in contemporanea con la musica stessa. La combinazione di queste arti parallele fa sì che la forma del prodotto non sia mai prevedibile.

John Cage è il fondatore de pensiero della musica aleatoria a cui faranno riferimento molti compositori moderni.

 

CAGE E LA CAMERA ANECOICA

John Cage non è soltanto un musicista: è un pensatore, un filosofo della musica. Un giorno si trova in un’università americana e va a visitare il laboratorio di fisica, soffermandosi in particolare sulla camera anecoica. Con questa parola si indica un ambiente creato artificialmente dove non esiste eco (da qui, “an-ecoica”).

Nella camera anecoica l’eco non può accadere: essa è sospesa su delle travi ed è imbottita a tal punto che nessun suono può riflettersi o, tantomeno, entrare. E’ il luogo dove si crea il silenzio artificiale, utile per particolari esperimenti fisici.

Cage resta per un po’ in questa camera anecoica, senza muoversi. Una volta fuori chiede al tecnico di laboratorio cosa fossero i due suoni, uno grave e uno più acuto, che ha percepito, pur restando immobile e senza poter essere raggiunto da nessun suono esterno. Il tecnico gli spiega che sono prodotti dalla pressione arteriosa, quello grave, e dal sistema nervoso, quello acuto.

Soddisfatto, Cage afferma: “Bene! Per il futuro della musica non dobbiamo preoccuparci perché, finché un essere umano sarà in vita, ci saranno almeno due suoni”.